#jesuisvassoio: la rivoluzione ha inizio

Alle medie la Prof. Cuffaro mi insegnò che l’area del rettangolo si calcola moltiplicando la base per l’altezza. Allora se la base è di 30 cm e l’altezza di 22 avrò un rettangolo di area 660 (in fin dei conti la scuola serve a qualcosa).

Ecco che sono 660 i centimetri quadrati in cui ogni giorno, studenti, impiegati, turisti, tipi da fast food, dispongono il loro pranzo e comodamente lo consumano al primo tavolo, non apparecchiato, che trovano di fronte loro.

E questi 660 centimetri di plastica rettangolare, duttile, pratica e facile da lavare hanno rivoluzionato il modo di pensare la ristorazione introducendo un concetto di cucina di massa, veloce e gestibile.

Dobbiamo sempre rivolgere una preghiera al Santo Vassoio che negli anni della scuola e del lavoro ci ha permesso di mangiare quello che volevamo, nelle quantità che volevamo, nel tavolo che volevamo, con le persone che volevamo.

Ma al Santo Vassoio tutti hanno lanciato qualche imprecazione.
Il suo aspetto quasi tetro mi riporta alla memoria la pasta e fagioli solidificata delle elementari, l’insalata scondita dell’aeroporto, la patata surgelata del fast food sotto casa.

Ecco è giunta l’ora che le nuove generazioni non pronuncino più volgari parole di sconforto verso il povero vassoio e inizino invece ad idolatrarlo.

Alcuni ristoratori romani hanno iniziato questa campagna pro vassoio e io sono andata a trovarli.
Non dico che nella mia lista di nozze inserirò un set di vassoi color petrolio al posto della tovaglia bianca di lino ricamata, ma poco ci manca.

MAMA POKE’

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Qui il vassoio è più piccolo, più elegante e luminoso del normale: ci si può specchiare dentro. Coperto da una tovaglietta azzurra cavalcata dalle onde dell’Oceano delle Hawaii, il vassoio del MAMA POKE’, nuovo format fresco di inaugurazione in zona Prati, accoglie bowl usa e getta ripiene di Pokè, un’insalata tipicamente hawaiana di riso e pesce crudo tagliato a cubetti ( “poke” letteralmente significa “tagliato a cubetti”), macerato e condito con svariate salse ed ingredienti freschi ed estivi lasciati crudi, dal peperone al peperoncino, dalle alghe all’avocado.
Arrivato al locale, molto molto piccolo, vai dalle ragazze del bancone e ordina il tuo pokè.: puoi optare per una bowl predefinita, ideata dallo chef, oppure creartene una tua personale, abbinando un carboidrato, una proteina, salse, frutta e verdura tra quelli esposte al bancone. Metti la ciotola sul vassoio con bacchette e posate di legno, aggiungi una bevanda (la loro birra artigianale è ottima), paghi il conto e ti siedi sullo sgabello di uno dei tavoli attaccato alle pareti del negozio. Ascolta la musica in sottofondo e respira il fresco iodio del mare.

Prezzo medio: 12 euro
Sito. http://www.mamapoke.it

MAYBU Margaritas y Burritos

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Rimaniamo in Prati con i piedi ma non con la testa. A pochi metri dalle Mura Vaticane Diana Beltran, chef messicana originaria di Acapulco e romana d’adozione, volto noto di Gambero Rosso Channel, ha aperto una tavola calda Tex-Mex contemporanea dove mangiare burritos autentici. Qui vassoi, packaging e stoviglie sono totalmente compostabili ed ecosostenibili ed accolgono nachos, burritos e insalate preparate in tempo reale davanti ai tuoi occhi. Quindi fai la fila, saluti il ragazzo al bancone e gli racconti cosa vuoi per pranzo: “Burrito medio o grande (da farcire con 300 o 500 grammi di ripieno) ? Di Manzo, maiale o pollo? Con riso bianco o piccante? E il formaggio lo vuoi? Qualche chipotle? E suor cream, guacamole, pico de gallo non ce li metti! Il rotolo incartato lo poggi sul vassoio, ma non è finita: puoi aggiungere il margarita, cocktail messicano a base di tequila, triple sec e succo di lime, nachos e muffin fatti in casa.
Cosa da non sottovalutare: su tutte le bevande si paga solo la prima consumazione (3 euro) e il bicchiere sarà sempre pieno.
Giunto alla fine del tuo burrito sarai felice, fiero di te nonostante la maglietta imbrattata e le dita unte.

Prezzo medio: 11 euro
Facebook. https://www.facebook.com/mayburoma/

Credits: Rowena Dumlao Giardina

LasaGnaM

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Lui la battaglia per l’indipendenza del vassoio la fa su due fronti: a Via Nazionale e a Via Frangipane, dietro il Colosseo. Dal nome potrai facilmente intuire che sul tuo vassoio non potrà che finirci una lasagna, dalla classica al ragù bolognese, passando per la vegetariana al pesto e l’etnica al pollo al curry, fino ad arrivare alla romana Carbonara e Amatriciana. Come nel più classico dei fast food puoi arricchire il tuo “carrello” con fritti, insalate, polpette, tartare di salmone e dolci fatti in casa. La lasagna è un piatto robusto, puoi abbinarla all’acqua, alle bevande gassate, alla birra ma anche al vino, rosso e bianco. Nonostante il vassoio sia sempre verde petrolio e la tovaglietta di carta colorata, per ogni stagione troverai lasagne diverse, di carne, pesce e verdure. Se sei più sofisticato ci sono sempre insalate di pollo o salmone o polpo, polpette al sugo, tartare di salmone e avocado.

Prezzo medio: 10 euro
Sito. https://lasagnam.it

Credits: Rowena Dumlao Giardina

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